Secondo le ultime ricerche nutrizionali, la pasta può essere parte di una dieta equilibrata se consumata con moderazione
La pasta rappresenta un simbolo imprescindibile della tradizione culinaria italiana e un alimento quotidiano per milioni di italiani. Tuttavia, il consumo abituale di questo piatto amato potrebbe nascondere alcuni aspetti da considerare con attenzione, soprattutto alla luce delle più recenti ricerche e approfondimenti nutrizionali.
La pasta, così come la conosciamo oggi, ha radici antichissime e un’origine complessa, sviluppatasi parallelamente in diverse parti del mondo, in particolare in Italia e in Cina. Le sue forme e i suoi impieghi sono profondamente radicati nella tradizione mediterranea, con testimonianze storiche che risalgono alla Magna Grecia, all’epoca etrusca e romana.
In Italia, la diffusione della pasta è stata accompagnata da una straordinaria varietà di formati e preparazioni: dai rigatoni alle penne, dalla carbonara agli gnocchi alla sorrentina fino alla lasagna, ogni regione ha contribuito a un patrimonio culinario ricco e diversificato. Questo alimento, oltre a rappresentare un elemento fondamentale della dieta quotidiana, è anche un veicolo di cultura e convivialità.
L’importanza della pasta nella dieta italiana e i limiti di un consumo eccessivo
Da sempre, la pasta è un pilastro della cucina italiana, apprezzata non solo per il suo sapore ma anche per il valore energetico fornito dai suoi carboidrati complessi. Come sottolinea la nutrizionista Valentina Galiazzo, esperta affermata e attiva consigliera dell’Ordine dei Biologi di Puglia e Basilicata, la pasta è un alimento capace di stimolare il rilascio di neurotrasmettitori associati al “buonumore”, grazie alla presenza di amminoacidi come il triptofano. Questo effetto non solo contribuisce a migliorare l’umore, ma favorisce anche una sensazione di sazietà e benessere fisico.

Il giusto consumo di pasta – (allhotel.it)
Tuttavia, il consumo quotidiano e non calibrato può comportare rischi. Nonostante la sua composizione di amidi complessi che si digeriscono lentamente, soprattutto se si tratta di pasta integrale ricca di fibre solubili, un eccesso può influenzare negativamente alcuni parametri metabolici, come il colesterolo e il rischio di sviluppare diabete mellito. Proprio per questo, Galiazzo raccomanda una gestione attenta delle porzioni, privilegiando un’alimentazione bilanciata che includa verdure e proteine magre come il pesce, elementi che contribuiscono a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e a mantenere il peso corporeo sotto controllo.
Molte persone temono che mangiare pasta ogni giorno possa portare inevitabilmente a un aumento di peso, ma secondo la dottoressa Galiazzo questa convinzione è da sfatare. Infatti, un consumo moderato di due piatti giornalieri da 70-80 grammi, soprattutto di pasta integrale, può favorire il dimagrimento piuttosto che l’aumento ponderale. Questo accade perché la pasta integrale, ricca di fibre, induce un senso di sazietà più prolungato e rallenta l’assorbimento degli zuccheri nel sangue, evitando picchi glicemici e stimolando un metabolismo più efficiente.
La nutrizionista inoltre evidenzia come il piacere legato al consumo di pasta non debba essere sottovalutato: la sensazione di appagamento contribuisce a una migliore qualità della vita e aiuta a mantenere l’equilibrio emotivo, evitando l’insorgere di disturbi alimentari o comportamenti alimentari disfunzionali.
Cosa succede se si mangia pasta ogni giorno? - (allhotel.it)






