Nuove ricerche scientifiche mettono in discussione i luoghi comuni sugli effetti della Coca-Cola e di altre bevande acide sulla salute dentale, evidenziando il ruolo degli acidi.
Da decenni, la Coca-Cola viene accusata di causare danni alla salute, in particolare alla dentatura, a causa della presenza di acido fosforico e zuccheri nelle sue formule. Tuttavia, alla luce delle più recenti ricerche scientifiche e degli studi condotti negli ultimi anni, la questione si presenta oggi sotto una nuova luce, con evidenze che ribaltano molte delle convinzioni comuni in merito agli effetti reali di questa celebre bevanda e di altre simili.
Il dibattito sull’impatto della Coca-Cola sui denti
Secondo il sito del National Institute for Science Education statunitense, The Why Files, la narrazione popolare che vede la Coca-Cola come una bevanda capace di deteriorare i denti in maniera immediata e drastica non trova riscontro nei dati epidemiologici. Nonostante un aumento del 65% del consumo di bibite gassate tra gli adolescenti statunitensi tra il 1989 e il 1995, non si è assistito a un’epidemia di disgrazia dentale di massa. Tuttavia, questa affermazione non esclude casi specifici e preoccupanti.
Il chirurgo dentale Mitchell Pohl, con base a Boca Raton in Florida, riferisce infatti un numero rilevante di pazienti giovani che presentano denti gravemente compromessi a causa del consumo prolungato e abituale di Coca-Cola. Un esempio emblematico è quello di un uomo di 29 anni che consumava la bevanda sorseggiandola per ore davanti al computer, fenomeno che ha portato a una distruzione progressiva e severa della sua dentatura.

La Coca Cola fa davvero male? – Allhotel.it
Gli studi più recenti non si concentrano esclusivamente sulla Coca-Cola ma coinvolgono anche altre bibite largamente consumate come Gatorade, Red Bull e succhi di frutta naturali. Una ricerca dell’Università dell’Iowa ha immerso denti umani in queste bevande per 25 ore consecutive, riscontrando come tutte queste sostanze possano causare danni rilevanti allo smalto e alle radici dentali. In particolare, il Gatorade si è dimostrato più corrosivo dello stesso acido fosforico contenuto nella Coca-Cola e nella Red Bull.
Un esperimento “casalingo” condotto negli Stati Uniti ha confermato queste evidenze: dopo quattro settimane di esposizione, i denti immersi in succhi d’arancia, bibite al cioccolato, tè, e varie bevande sportive hanno subito alterazioni cromatiche significative e deterioramenti strutturali. Sorprendentemente, anche le versioni dietetiche di queste bibite, con zucchero ridotto o assente, hanno mostrato un potenziale erosivo similare, suggerendo che il principale responsabile non sia lo zucchero ma gli acidi contenuti, soprattutto l’acido fosforico.
Il dibattito sul possibile danno dentale causato dalla Coca-Cola si è spostato quindi verso l’attenzione agli acidi contenuti nelle bevande e non solo agli zuccheri. Lo studio pilota condotto dal professor J. Anthony von Fraunhofer, della University of Maryland Baltimore Dental School, ha dimostrato che anche le bevande light e dietetiche, prive di zuccheri, possono erodere lo smalto in modo progressivo.
Nonostante ciò, gli scettici sottolineano che gli esperimenti di laboratorio non rispecchiano completamente la realtà quotidiana: nessuno consuma bibite tenendole in bocca per ore o giorni consecutivi. Inoltre, la saliva umana ha un ruolo fondamentale nel neutralizzare l’acidità e nel proteggere i denti. Von Fraunhofer ha spiegato che le condizioni di laboratorio sono state progettate per simulare l’impatto di anni di consumo frequente in poche settimane, offrendo così una prospettiva a lungo termine sui potenziali rischi.
Fondata nel 1886 ad Atlanta da John Stith Pemberton, la Coca-Cola è cresciuta fino a diventare uno dei marchi più riconosciuti al mondo, distribuita globalmente dalla The Coca-Cola Company con sede a New York. La sua formula originaria, che un tempo includeva estratti di foglie di coca (deprive però di alcaloidi psicotropi grazie a un processo controllato), è tuttora custodita con rigore, e comprende ingredienti come acqua, anidride carbonica, zucchero, colorante caramello, caffeina e l’ormai noto acido fosforico.
Dal punto di vista nutrizionale, 100 grammi di Coca-Cola apportano circa 37 kcal e contengono quasi 9 grammi di zuccheri. Nonostante ciò, la società ha investito negli ultimi anni in iniziative di sostenibilità e responsabilità sociale, cercando di contrastare le critiche relative al contributo della bevanda all’obesità e ai problemi sanitari, soprattutto infantili.
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