Il borgo più alto d’Italia si chiama Trepalle: un nome curioso, un clima gelido e una storia da scoprire fino in fondo
Comune che incontri, nome curioso che trovi. In certi casi basta attraversare il confine di un paese per imbattersi in cartelli che fanno sorridere, sollevare un sopracciglio o scatenare battute da bar. Succede spesso con la toponomastica italiana, che conserva nomi bizzarri, evocativi o del tutto inaspettati. Ma tra tutti, uno spicca per malizia apparente: Trepalle, una frazione del comune di Livigno, in provincia di Sondrio. Situata a 2.079 metri sul livello del mare, è la frazione abitata più alta d’Italia, e uno dei luoghi più freddi di tutta Europa. Il nome, per quanto faccia sorridere, ha radici antiche e tutt’altro che volgari.
Origine del nome e malintesi linguistici
Chi legge per la prima volta il nome Trepalle tende a storcere il naso o a lasciarsi andare a una battuta, ma la storia che si cela dietro queste lettere è lontana da ogni doppi senso. L’origine più attendibile rimanda a un’antica indicazione geografica: la zona è infatti incorniciata da tre valli — Val Pisella, Val Foscagno e Val Vallaccia — che potrebbero aver ispirato il nome. Un’altra teoria richiama i “tre pali” utilizzati dai pastori per indicare la presenza di malghe o costruzioni stagionali in alta quota. Nessuna malizia, quindi. Solo linguaggio tecnico di montagna trasformato in nome proprio, e poi diventato — suo malgrado — oggetto di leggenda urbana.

Origine del nome e malintesi linguistici – allhotel.it
Non è raro che, cercando online curiosità geografiche o “paesi dai nomi strani”, Trepalle finisca in cima ai risultati. Anche per questo, negli ultimi anni, il borgo è stato tra i più digitati su Google per chi cerca mete insolite o curiosità italiane. Eppure, al di là del nome, Trepalle offre anche primati geograficamente rilevanti e condizioni climatiche estreme.
Gli abitanti si chiamano trepallini. Una denominazione che unisce simpatia e un tocco quasi fiabesco, ben distante da ogni interpretazione maliziosa. Chi vive a Trepalle, infatti, affronta ogni giorno temperature rigide, condizioni ambientali dure e un isolamento che d’inverno può diventare severo. La frazione è raggiungibile attraverso il Passo d’Eira, che collega Livigno a Bormio, ma solo quando la strada è aperta: in pieno inverno può diventare impercorribile per giorni.
Il borgo più freddo d’Italia e i suoi record climatici
La fama di Trepalle non si esaurisce con la sua toponomastica. Nel 1956, il borgo salì agli onori della cronaca per un evento meteorologico eccezionale: venne registrata una temperatura di -41 gradi, all’epoca la più bassa mai misurata in Italia. Un record durato fino al 2013, quando la cima Fradusta, nelle Dolomiti trentine, toccò i -49,6 gradi. Ma se parliamo di centri abitati, Trepalle conserva ancora oggi il primato di temperatura media annuale più bassa d’Italia.
Il clima estremo ha modellato anche la vita degli abitanti. Le case sono costruite per resistere al gelo, e la presenza di neve può durare anche sette mesi all’anno. L’aria è secca, pungente, e i paesaggi spesso surreali, soprattutto nei mesi invernali. La frazione gode anche di uno status fiscale particolare: come Livigno, fa parte di una zona extradoganale, esente da IVA e da alcune accise, un tratto che l’ha resa storicamente interessante per il commercio locale e per i turisti in cerca di acquisti duty-free.
Trepalle, dunque, è tutto tranne ciò che il nome potrebbe far pensare. È resistenza, isolamento, aria sottile, nevicate storiche e silenzi montani. È una comunità piccola ma determinata, abituata a convivere con il freddo, le battute dei turisti e i disagi logistici di chi vive oltre i duemila metri. Ed è anche una destinazione per chi cerca qualcosa di diverso dal solito: un’Italia estrema, verticale, aspra e autentica.
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