Destinazioni

Il borgo italiano in cui si parla in greco: un paradiso tra cielo e mare

Questo straordinario territorio, che si estende tra la Grecìa Salentina in Puglia e l’Area Grecanica in Calabria, rappresenta una veraUn patrimonio linguistico e culturale millenario (www.allhotel.it)

Nel cuore del Sud Italia, tra le colline e il mare cristallino, si cela un fenomeno culturale unico: un borgo dove si parla ancora in greco.

Questo straordinario territorio, che si estende tra la Grecìa Salentina in Puglia e l’Area Grecanica in Calabria, rappresenta una vera e propria enclave linguistica e culturale, un ponte diretto con la Magna Grecia e l’Impero Bizantino. Qui, l’Acropoli non è solo una reliquia archeologica, ma un simbolo vivo di un’identità che da millenni resiste fra cielo e mare, custode di una tradizione che si esprime attraverso la lingua, la musica, la gastronomia e le feste popolari.

L’esistenza di queste comunità ellenofone nel Sud Italia è un miracolo di conservazione culturale. La lingua parlata, il griko in Puglia e il grecanico in Calabria, è riconosciuta come minoranza linguistica storica dalla legge italiana 482/1999. Non si tratta di un semplice dialetto, bensì di una lingua autonoma, un ibrido affascinante che mixa il greco antico, il greco bizantino e influenze romanze. La sua musicalità arcaica si percepisce nelle conversazioni quotidiane, nei canti tradizionali e nelle insegne bilingue che punteggiano i piccoli borghi di Calimera, Martano, Sternatia, Bova e Gallicianò.

Il griko conserva vocaboli antichi e strutture linguistiche che il greco moderno ha perso, mentre al contempo incorpora termini italiani, a testimonianza di un dialogo millenario tra culture diverse. Questa lingua, trasmessa oralmente per secoli, è ora al centro di iniziative di tutela e valorizzazione, con corsi scolastici, festival culturali e produzioni artistiche che mirano a coinvolgere soprattutto le nuove generazioni.

L’Acropoli italiana: un simbolo di resistenza e bellezza

L’idea di Acropoli, che in greco significa “città alta” o “parte più elevata della polis”, si ritrova in questi borghi arroccati sulle montagne dell’Aspromonte in Calabria o immersi nella campagna salentina. Questi centri, spesso difficilmente accessibili, sono come fortezze naturali che hanno permesso ai loro abitanti di conservare nel tempo usi, costumi e la lingua greca. L’Acropoli di Gallicianò, ad esempio, è soprannominata “l’Acropoli della Magna Grecia” e ospita una piccola chiesa ortodossa che testimonia il legame ancora vivo con la tradizione religiosa bizantina.

Il paesaggio stesso, con uliveti secolari, vigneti e montagne aspre, ha plasmato non solo l’economia agro-pastorale di queste comunità, ma anche il loro carattere e la loro resilienza culturale. Il legame con la terra è forte, così come il senso di appartenenza a una storia che affonda le radici nell’epoca della colonizzazione greca nell’VIII secolo a.C., passando poi per il dominio bizantino tra il VI e l’XI secolo.

Le tradizioni di questi borghi raccontano un’identità culturale ricca e sincretica. La musica tradizionale, con canti polifonici eseguiti in griko

Tradizioni, musica e gastronomia: l’anima greca del Sud Italia(www.allhotel.it)

Le tradizioni di questi borghi raccontano un’identità culturale ricca e sincretica. La musica tradizionale, con canti polifonici eseguiti in griko e strumenti come la zampogna e il tamburello, è un elemento centrale. Nel Salento, la pizzica rappresenta uno dei fenomeni musicali più noti, con radici che affondano nella cultura grika, espressione di un retaggio condiviso che attraversa il Mediterraneo.

Anche la gastronomia riflette questa fusione culturale: piatti semplici e genuini, come le “pitte” (focacce ripiene) e la “scapece” (pesce marinato con aceto e zafferano), raccontano di un’antica tradizione culinaria che combina sapori mediterranei con tecniche di conservazione tipiche della Grecia. L’uso di erbe aromatiche come origano e menta è un’altra traccia di questo legame.

Il senso di appartenenza a una comunità unica è oggi motivo di orgoglio e stimolo per la rivitalizzazione culturale, attraverso associazioni che promuovono il patrimonio linguistico e tradizionale, attirando un turismo lento, consapevole e culturale, lontano dalle mete di massa.

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