Il percorso in bici più spettacolare della Sardegna: collega le spiagge da sogno ed è fenomenale anche in inverno

Dall’incanto di Cala Parma fino alle strade rosse di Castelsardo: un viaggio in bicicletta nella Sardegna più autentica, dove ogni curva regala luce, vento e meraviglia.

Scoprire la costa nord della Sardegna in bicicletta è molto più di una vacanza attiva: è un modo per immergersi nei paesaggi, ascoltare il silenzio del vento e attraversare territori che, lontani dalla folla estiva, in autunno svelano il loro volto più autentico. Le temperature si fanno miti, le strade più libere, le ore di luce ancora abbondanti. E pedalare diventa un gesto naturale, quasi ritmico, che accompagna chi parte da Olbia e arriva fino ad Alghero, coprendo circa 250 chilometri in saliscendi leggeri, con deviazioni sterrate e orizzonti spalancati.

Dal Golfo degli Aranci alla Costa Smeralda: silenzi, curve e rocce rosa

La prima tappa è il Golfo degli Aranci, a pochi chilometri da Olbia, con calette nascoste che si raggiungono solo seguendo sentieri sconnessi. Cala Parma e Spiaggia Bianca offrono acque turchesi e silenzi assoluti, ideali per chi cerca pace e natura, lontano dagli stabilimenti affollati. Qui, Google Maps non sempre aiuta: meglio affidarsi alla mappa fisica o all’intuito.

Con una buona gravel o MTB si prosegue verso la Costa Smeralda. In meno di 30 km si arriva in un paesaggio quasi irreale, fatto di rocce rosa scolpite dal vento e scorci tra mare e macchia mediterranea. Porto Cervo è elegante e patinata, ma chi preferisce la tranquillità può fermarsi a Baia Sardinia, perfetta per una sosta silenziosa. Qui, la discesa verso il mare ripaga ogni sforzo.

Chi ama il buon cibo, può provare il menù degustazione del Club Hotel, un’esperienza sorprendente per la qualità dei prodotti locali, serviti con cura e calore. Nelle sere autunnali, il silenzio domina, e le rocce lisce sembrano respirare.

Da Baia Sardinia si arriva facilmente a Palau, pedalando su una ciclabile che segue il lungo mare di Cannigione. Qui parte il traghetto per La Maddalena, collegata a sua volta all’Isola di Caprera. È un piccolo paradiso: spiagge come “Testa del Polpo”, strade solitarie, cinghiali in libertà, e la sensazione continua di essere dentro una cartolina viva. A Caprera si pedala ovunque, e ogni baia è una scoperta.

Da Capo Testa fino ad Alghero: tramonti, vermentino e strade che raccontano

Lasciato l’arcipelago, si punta verso Capo Testa, passando per l’interno. Santa Teresa di Gallura è il passaggio obbligato, ma è la strada sterrata per il promontorio a colpire davvero: tra calette nascoste, grotte abitate da hippy e sentieri che portano a piedi a Cala della Luna, qui la Sardegna torna selvaggia e arcaica. Si entra nella Gallura, terra del vermentino, dei formaggi di pecora e capra, della cucina tradizionale che sa di fieno e di pane caldo.

Si prosegue verso Isola Rossa e Castelsardo: due luoghi opposti ma complementari. Il primo è mare e vitalità, il secondo è storia e pietra. Castelsardo, arroccata su una collina, conserva rocche antiche, mura romane, e botteghe artigiane. I 40 km da Santa Teresa fino a qui sono un saliscendi continuo, tra calette selvagge e spiagge infinite come Baia delle Mimose.

Da Castelsardo si pedala fino a Porto Torres, attraversando una zona meno battuta ma intensamente mediterranea. La pista ciclabile per Platamona è forse uno dei tratti più godibili: ombra, profumo di pini, mare che si intravede tra i rami. Da qui si può decidere se deviare per Stintino – splendida ma lontana – o proseguire per l’arrivo: Alghero.

Alghero è il punto d’arrivo perfetto. Ha tutto: mare, storia, cibo, tramonti e poesia. Si sente ancora l’influenza catalana, nei nomi delle vie, nei piatti, nei colori. I vicoli in pietra, le cattedrali, le botteghe di corallo, il lungomare dorato al tramonto. È una città viva anche in inverno, abitata e vera, non solo turistica. Dopo 250 km in sella, Alghero sembra il posto giusto per rallentare, togliere il casco e respirare.