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Cosa accade al tuo cervello quando fai qualcosa in modo automatico, la scoperta che ti cambierà la vita

Cervello: come migliorare le prestazioniCosa accade al tuo cervello quando fai qualcosa in modo automatico, la scoperta che ti cambierà la vita -allhotel.it

Un recente studio condotto dall’Università di Cambridge ha svelato nuovi dettagli sul funzionamento del cervello durante l’esecuzione di azioni automatiche.

Sono quelle che compiamo quotidianamente senza un’attenzione consapevole, come il percorso abituale per recarsi al lavoro o allacciare le scarpe.

Questa scoperta, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), getta luce su un meccanismo cerebrale che potrebbe influenzare profondamente la nostra comprensione delle abitudini e della gestione delle attività mentali.

Cosa accade al tuo cervello quando fai qualcosa in modo automatico, la scoperta che ti cambierà la vita

Gli scienziati hanno individuato che la cosiddetta network default mode rappresenta il “pilota automatico” del cervello. Questa rete nervosa è attiva di base, cioè quando la mente non è impegnata in compiti specifici e consapevoli, situazione che si verifica spesso quando si ha modo di rilassarsi o riflettere senza stimoli esterni pressanti.

Cervello: cosa accade se fai sempre le stesse cose

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La network default mode funziona da centro di controllo per le azioni abituali, consentendo al cervello di svolgere compiti ripetitivi senza richiedere un impegno cognitivo diretto. In pratica, mentre si è impegnati in un’attività automatica, la mente può dedicarsi parallelamente ad altri pensieri, come pianificare la cena o prepararsi mentalmente a una riunione.

Questo meccanismo rappresenta un’efficienza evolutiva fondamentale, poiché libera risorse mentali per attività più complesse o nuove. Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno monitorato l’attività cerebrale di un gruppo di volontari attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI). Ai partecipanti è stato chiesto di imparare un gioco di carte e di ripeterlo molte volte, fino a raggiungere una buona padronanza del compito.

I risultati hanno mostrato che, nella fase iniziale di apprendimento, venivano attivate diverse aree cerebrali specifiche per acquisire la nuova abilità. Tuttavia, una volta che il gioco è diventato familiare e automatico, l’attività si è concentrata esclusivamente sulla network default mode. In altre parole, il cervello passava a una modalità di funzionamento “in background” per gestire l’azione ripetitiva, mentre la mente poteva dedicarsi ad altre riflessioni.

Un dato particolarmente interessante emerso dallo studio è che maggiore è la competenza nel gioco, più intensa risulta l’attivazione della rete neurale di default. Questo suggerisce che la padronanza di un compito automatico è strettamente legata all’efficienza di questa rete cerebrale.

La conferma del ruolo della network default mode come pilota automatico apre nuove prospettive per comprendere come il cervello gestisce le abitudini e le routine quotidiane. Questa scoperta potrebbe avere ripercussioni importanti in diversi ambiti, dalla riabilitazione neuropsicologica alla gestione dello stress e all’ottimizzazione delle performance cognitive.

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