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Microplastiche ovunque: le spugne abrasive ne rilasciano milioni ogni volta che le usi e tu ci lavi i piatti

Nelle spugne per la cucina ci sono le microplastiche?Microplastiche ovunque: le spugne abrasive ne rilasciano milioni ogni volta che le usi e tu ci lavi i piatti -allhotel.it

Le spugne abrasive sono da sempre protagoniste nelle pulizie domestiche grazie alla loro efficacia nel rimuovere sporco ostinato da pentole, piatti e superfici di cucina.

Tuttavia, recenti studi scientifici hanno evidenziato come questi strumenti, spesso etichettati come “magici”, rappresentino una fonte significativa di inquinamento da microplastiche e batteri, causando un impatto ambientale e sanitario tutt’altro che trascurabile.

L’impatto ambientale delle spugne abrasive

Secondo una ricerca pubblicata nel 2024 su Environmental Science & Technology, ogni grammo di una spugna abrasiva in melanina consumata durante l’uso può liberare circa 6,5 milioni di microfibre di plastica nell’ambiente. La melanina, un polimero ottenuto dalla reazione chimica tra melamina e formaldeide, conferisce a queste spugne una superficie estremamente abrasiva, capace di rimuovere anche le incrostazioni più ostinate.

Spugne abrasive: rischio per la salute?

Microplastiche ovunque: le spugne abrasive ne rilasciano milioni ogni volta che le usi e tu ci lavi i piatti-allhotel.it

Tuttavia, questa stessa abrasività porta a un continuo sfaldamento del materiale, con conseguente rilascio di microplastiche che finiscono negli scarichi domestici, contribuendo all’inquinamento globale degli ecosistemi acquatici.

Il problema si aggrava ulteriormente considerando la frequenza con cui dovrebbe essere sostituita una spugna abrasiva per limitare l’impatto ambientale: idealmente ogni due settimane. Questo comporta un consumo elevato di materiali usa-e-getta, con un duplice effetto negativo sia per l’ambiente che per il portafoglio delle famiglie.

Un ulteriore studio condotto nel 2025 e pubblicato sulla rivista Nature ha portato alla luce un altro aspetto preoccupante delle spugne abrasive: in un solo centimetro cubo possono insediarsi fino a 54 miliardi di batteri. La natura porosa e umida di questi materiali crea un habitat ideale per la proliferazione microbica, aumentando il rischio di contaminazioni incrociate durante le operazioni di pulizia domestica.

Questa scoperta solleva questioni importanti sulla sicurezza igienica di questi prodotti, spesso utilizzati per lavare piatti, superfici e utensili con frequenza quotidiana.

Fortunatamente, le soluzioni ecocompatibili per le pulizie domestiche esistono e sono alla portata di tutti. Tra le alternative più apprezzate troviamo le spugne realizzate con materiali naturali come la luffa o la fibra di cocco, che offrono un’ottima azione abrasiva senza rilasciare microplastiche né favorire la proliferazione batterica.

Per chi preferisce un approccio più economico e creativo, è possibile riciclare vecchi indumenti come maglioni di lana o calze in materiali naturali, trasformandoli in panni per la pulizia efficaci e riutilizzabili. Anche la juta rappresenta un’ottima scelta per realizzare strumenti di pulizia resistenti e biodegradabili.

La crescente sensibilità verso un consumo più responsabile e sostenibile sta spingendo sempre più consumatori a scegliere prodotti che riducono l’impatto ambientale e migliorano la sicurezza in casa, contribuendo così a un cambiamento positivo che parte proprio dalle semplici operazioni quotidiane.

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