A quanto ammonta davvero l’assegno di una vedova per la pensione del marito: da cosa dipende e come calcolarla.
La pensione di reversibilità continua a rappresentare un tema di grande interesse e complessità per molte famiglie italiane, soprattutto per le vedove che si trovano a dover comprendere l’ammontare effettivo del sostegno economico a cui hanno diritto dopo la perdita del coniuge.
Aggiornamenti recenti confermano che, pur mantenendo invariati i principi fondamentali, esistono numerosi fattori che influenzano l’importo finale, rendendo necessaria un’analisi dettagliata e aggiornata.
La quota base della pensione di reversibilità e le condizioni di partenza
La regola principale stabilisce che l’assegno di reversibilità spettante alla vedova corrisponde al 60% della pensione percepita o maturata dal marito. Tuttavia, questa percentuale rappresenta soltanto il punto di partenza e non l’importo definitivo. La quota può infatti variare in funzione di diversi elementi, quali la presenza di altri superstiti, le condizioni economiche del beneficiario e l’eventuale esistenza di redditi propri. È importante sottolineare che la pensione di reversibilità può derivare da due diverse situazioni: quella che il coniuge deceduto percepiva già al momento della morte oppure quella che avrebbe ottenuto in futuro in base ai contributi versati, configurando così una pensione indiretta.
Le condizioni di accesso e le percentuali applicate sono simili in entrambi i casi, ma la valutazione finale richiede un’analisi personalizzata. Se la vedova da sola ha diritto al 60%, la presenza di figli o altri familiari aventi diritto può far aumentare significativamente la quota complessiva. In particolare, la legge prevede che:
- Se c’è un figlio minorenne, studente o inabile, la quota può salire fino all’80% dell’importo pensionistico.
- Se i figli sono due o più, la percentuale può raggiungere il 100%, coprendo quindi l’intero assegno spettante al defunto.
Questa quota complessiva viene suddivisa tra tutti i superstiti riconosciuti, e non necessariamente la vedova percepirà l’intero importo. L’INPS o l’ente previdenziale di riferimento stabilisce la ripartizione basandosi su criteri di priorità e necessità. Tale sistema tutela in modo particolare i nuclei familiari con minori o persone con disabilità, garantendo un sostegno economico più adeguato nei momenti di difficoltà. Un aspetto spesso sottovalutato riguarda le riduzioni applicate alla pensione di reversibilità in base al reddito personale della vedova o del coniuge superstite.

Quanto spetta di assegno per la pensione di reversibilità: tutti i casi – Allhotel.it
L’INPS effettua una verifica dei redditi complessivi, considerando pensioni personali, stipendi, rendite da affitti o altre entrate soggette a IRPEF. In base alle soglie di reddito aggiornate periodicamente, possono essere applicate riduzioni progressive dell’assegno pari al 25%, 40% o addirittura 50%. Questi criteri mirano a evitare cumuli di reddito eccessivi, ma incidono in modo concreto sull’importo netto ricevuto. A ciò si aggiungono le ordinarie trattenute fiscali, come l’IRPEF e le addizionali regionali e comunali, che riducono ulteriormente la somma effettivamente percepita.
Non solo la vedova può richiedere la pensione di reversibilità. La normativa vigente estende il diritto anche al coniuge separato senza addebito e, in particolari condizioni, alla moglie divorziata che percepisce un assegno divorzile e non si è risposata. La perdita di tale diritto avviene in caso di nuove nozze. Altri possibili beneficiari includono figli minorenni, studenti, figli inabili, nipoti equiparati, genitori anziani privi di mezzi e, in situazioni molto specifiche, anche fratelli o sorelle del defunto.
La pensione di reversibilità, quindi, non è un privilegio esclusivo della vedova ma uno strumento di tutela per l’intero nucleo familiare superstite. L’erogazione dell’assegno parte dal primo giorno del mese successivo al decesso, a condizione che la domanda venga presentata correttamente e tempestivamente. Pur non essendo previsto un termine rigido per la richiesta, eventuali ritardi comportano la perdita delle mensilità pregresse. La procedura richiede la presentazione di documenti anagrafici, reddituali e certificazioni specifiche, che l’INPS valuta per determinare l’importo spettante e i beneficiari.
Marito deceduto, quanto spetta di pensione alla vedova - Allhotel.it 






