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Perché la tua voce registrata suona diversa da come la senti tu: la verità che spiazza

voce registrata suono sensazionePerchè non ci piace la nostra voce registrata - www.allhotel.it

La sensazione di disagio provata nell’ascoltare la propria voce registrata è un fenomeno universale, che coinvolge chiunque, dai comuni ascoltatori fino a cantanti famosi come Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negramaro.

Questa esperienza spiacevole ha radici profonde sia nella fisica del suono sia negli aspetti psicologici della percezione.

Quando ascoltiamo la nostra voce dal vivo, il suono arriva alle orecchie attraverso due vie: l’aria e la conduzione ossea.

Perché la voce registrata appare diversa?

In particolare, le vibrazioni sonore si propagano non solo nell’aria, ma anche attraverso le ossa e i tessuti del cranio, dal tratto laringeo fino alla coclea, l’organo uditivo sensoriale. Questo doppio percorso modifica il timbro percepito, rendendo la nostra voce interna più ricca di frequenze basse rispetto a quella percepita dagli altri.

Al contrario, quando ascoltiamo una registrazione, il suono arriva esclusivamente attraverso l’aria, senza la componente di conduzione ossea. Questo spiega perché la voce registrata appare spesso più acuta, nasale o addirittura infantile rispetto a quella che pensiamo di avere. Inoltre, anche la tecnologia di registrazione influisce sul risultato finale: il passaggio da onde sonore meccaniche a segnali elettrici e viceversa introduce inevitabilmente piccole alterazioni, seppur minime.

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Spiegato il motivo della nostra voce registrata – www.allhotel.it

Oltre a questi fattori fisici, entra in gioco un importante aspetto psicologico. La voce registrata ci sembra estranea perché è diversa da quella che siamo abituati a sentire. Questo fenomeno è simile a quello che accade quando osserviamo una nostra fotografia: siamo abituati a vederci riflessi nello specchio, dove l’immagine è invertita e ci appare familiare, mentre una foto ci mostra un’immagine che non riconosciamo immediatamente.

Questa “cruda realtà” sonora ci mette a disagio perché ci espone a una versione di noi stessi che non abbiamo mai sentito se non attraverso un dispositivo esterno. Per questo motivo, molti, incluso Sangiorgi, confessano di non amare la propria voce registrata, nonostante essa sia quella effettivamente percepita dagli altri.

Le ultime ricerche confermano che questa discrepanza tra voce interna e voce esterna è un meccanismo naturale e inevitabile, che può però influire sull’autostima e sulla percezione di sé. La consapevolezza di questo fenomeno può aiutare a ridurre l’imbarazzo e a migliorare la nostra accettazione della voce che gli altri sentono.

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