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Se ti tradisce, puoi chiedere i danni: il cavillo legale che nessuno conosce

TradimentoSe ti tradisce, puoi chiedere i danni: il cavillo legale che nessuno conosce - allhotel.it

Non ogni tradimento dà diritto a un risarcimento, ma se incide su salute, dignità o psiche può diventare una responsabilità civile a tutti gli effetti

Quando una relazione coniugale si spezza a causa di un tradimento, il dolore spesso non si limita alla sfera emotiva. Malesseri fisici, ansia persistente, disturbi del sonno, ma anche umiliazione pubblica, calo dell’autostima, danni alla reputazione: sono solo alcune delle conseguenze che un comportamento scorretto può provocare in chi lo subisce. Ma si può davvero ottenere un risarcimento? La risposta della giurisprudenza italiana è sì, ma solo a determinate condizioni, stabilite da anni di sentenze e interpretazioni rigorose. Non basta dimostrare l’infedeltà, né è sufficiente ottenere l’addebito della separazione: occorre provare che quel comportamento abbia leso diritti fondamentali costituzionalmente protetti.

La differenza tra addebito e risarcimento: due strade giuridiche distinte

Nel diritto di famiglia italiano, i doveri coniugali sono ben definiti: fedeltà, assistenza morale e materiale, coabitazione, collaborazione reciproca. Quando uno di questi obblighi viene violato, può essere riconosciuto l’addebito nella sentenza di separazione. Ma questo non implica automaticamente il diritto a un risarcimento. L’addebito ha effetti interni al rapporto matrimoniale, come la perdita dell’assegno di mantenimento o dei diritti successori. Il risarcimento, invece, ha natura extracontrattuale e serve a tutelare la persona quando subisce una lesione concreta di diritti inviolabili, come la salute, la dignità, l’onore personale.

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La differenza tra addebito e risarcimento: due strade giuridiche distinte – allhotel.it

Lo ha chiarito la Cassazione con la sentenza n. 6598/2019, affermando che l’infedeltà coniugale può essere fonte di responsabilità civile, anche in assenza di addebito, se provoca danni non patrimoniali gravi e documentabili. Non è necessario quindi che il tribunale abbia attribuito formalmente la colpa della separazione: basta dimostrare che la condotta infedele ha causato un pregiudizio reale, che supera la soglia della tollerabilità e che incide su valori costituzionali protetti.

Per esempio, una donna che in seguito al tradimento del marito sviluppa depressione clinica certificata e documentata, oppure viene esposta pubblicamente a umiliazioni ripetute nel contesto lavorativo comune, può intentare una causa civile autonoma per chiedere il risarcimento del danno morale subito.

Cosa serve per ottenere un risarcimento e perché la causa è separata dalla separazione

Perché il giudice civile possa riconoscere un risarcimento per tradimento, il soggetto danneggiato deve dimostrare tre elementi fondamentali:

  1. La condotta lesiva del coniuge (comportamenti ripetuti, consapevoli, non occasionali)

  2. Il danno subito, documentato e oggettivamente accertabile (referti medici, perizie, diagnosi cliniche)

  3. Il nesso causale tra comportamento e danno (deve risultare evidente che è stato proprio quel tradimento a provocare la lesione)

Il risarcimento non può essere richiesto all’interno del procedimento di separazione. Il giudizio di separazione è infatti di tipo volontario e non contenzioso, quindi non consente di introdurre domande risarcitorie. Chi intende agire deve presentare una causa civile separata, con rito ordinario, depositando atti, prove e testimonianze.

La valutazione del danno spetta al giudice, che deve determinare l’importo in via equitativa, senza usare tabelle standard. Lo ha ribadito anche il Tribunale di Treviso (sentenza n. 201/2025), secondo cui ogni vicenda ha un peso diverso: le circostanze personali, la durata del matrimonio, l’impatto psicologico, le modalità della scoperta, le reazioni dell’ambiente sociale, tutto va considerato in modo specifico e non schematizzato.

In sintesi: non esistono automatismi. Il risarcimento per tradimento è uno strumento eccezionale e richiede serietà nella prova del danno. Ma quando quel danno c’è, e si può dimostrare, la legge offre una strada per ottenere giustizia.

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